Articolo pubblicato sul numero di luglio 2016 di #Arezzo

La risposta dei territori della Toscana meridionale ai processi di riorganizzazione dello Stato ed alle nuove attribuzioni di competenze tra enti locali, Regioni ed amministrazione centrale, non può essere di semplice conservazione dell’esistente. La riforma sanitaria portata avanti dalla regione Toscana attraverso la riorganizzazione del servizio sanitario su tre “aree vaste”, che accorpano le 12 precedenti, è un esempio dei nuovi modelli di governo del territorio che si stanno attuando nel ridefinire gli ambiti territoriali anche a seguito della redistribuzione delle competenze delle province su comuni e regioni. Questo è un tema di particolare rilievo in una regione come la nostra dove il capoluogo, Firenze, è individuato dalla legge Delrio tra le città metropolitane.

È indubbio che oggi le grandi città abbiano un peso considerevole sulle economie nazionali, per la capacità di economie di scala, per la maggiore dotazione infrastrutturale e di capitale umano, per la presenza di impese ad alto valore aggiunto. Né possono essere ignorate le dinamiche demografiche globali che indicano come, nel 2050, due terzi della popolazione mondiale abiterà in un’area urbana, principalmente nei grandi agglomerati.

Resta quindi la domanda di quale sia il destino dei territori come i nostri, caratterizzati da centri medi e piccoli, intervallati da aree rurali, e privi di nodi infrastrutturali intermodali significativi, che comunque vantano un patrimonio di risorse naturali, culturali, imprenditoriali e tecnologiche uniche.

La nostra associazione è nata con la convinzione che i territori della Toscana meridionale non debbano limitarsi a seguire il traino dell’area metropolitana, né accettare un modello di sviluppo regionale a doppia velocità. Il patrimonio artistico e monumentale, le tradizioni culturali, le competenze scientifiche ed imprenditoriali dei nostri territori possono costituire, se messe a rete ed integrate, le basi per un modello di sviluppo intelligente e sostenibile.

Esiste una strada per la crescita fondata sull’innovazione, l’internazionalizzazione, la capacità di accesso ad investimenti e fondi disponibili, il trasferimento della conoscenza e della ricerca sviluppata sul territorio. Una strada che è percorribile anche in questa parte della regione.