Articolo pubblicato sul numero di Agosto 2016 di #Arezzo

I mesi estivi rappresentano per quei ragazzi che hanno terminato le scuole secondarie un importante momento di scelta rispetto al proprio futuro. In Toscana, secondo i dati del Miur, 53 diplomati su cento hanno scelto di iscriversi all’Università nello scorso anno, un dato migliore rispetto alla media nazionale che è del 50%. Si tratta di un miglioramento rispetto agli anni passati, che hanno visto un calo continuo delle immatricolazioni. Un fenomeno legato alla crescita del tasso di disoccupazione giovanile e all’allungamento dei processi di transizione dallo studio al lavoro, che hanno avuto come effetto la rinuncia allo studio quale strumento di crescita ed affermazione sociale.
Anche nella nostra regione infatti, nonostante un leggero miglioramento, la disoccupazione giovanile continua ad essere molto alta: nella fascia di età tra i 15 ed i 24 anni, secondo i dati Istat per i 2015, è superiore al 32% a fronte di un 40% della media nazionale. In provincia di Arezzo è del 42%, in provincia di Siena del 35%, in provincia di Grosseto del 25%. Un dato preoccupante se confrontato con il 2014 che ha visto la quota di giovani in cerca di lavoro calare al livello toscano, ma aumentare nelle tre province del sud.
Un ulteriore indicatore preoccupante della situazione giovanile, è il tasso NEET (Neither in employment nor in education or training), che include tutti i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni che non sono in un percorso istruzione, di occupazione, o di formazione. L’incidenza dei giovani NEET, nella classe di età tra i 15 ed i 34 anni, è diminuita rispetto al massimo raggiunto nel 2013, ma resta a livelli alti sia in Italia (27%) che in Toscana (19%).

Sono numerose le ricerche che confermano come, anche in Toscana, vi siano i tratti tipici delle difficoltà italiane in termini di transizione dei giovani alla vita adulta, e che indicano la famiglia e la rete informale quali veicoli più rilevanti rispetto allo stato e alle istituzioni pubbliche in questa transizione, anche in termini di aiuto finanziario.
Esiste infatti una questione legata alle competenze richieste dai potenziali datori di lavoro che non vengono acquisite nei percorsi formativi di scuola secondaria e universitaria e su cui la formazione gioca certamente un ruolo primario. Questo significa intervenire sul sistema di formazione professionale e migliorare i collegamenti nel periodo post-laurea e post diploma attraverso attività di collocamento.
Merita in questo senso di essere ricordato il progetto Garanzia Giovani, o Youth Guarantee, il Piano Europeo con destinatari i giovani definiti Neet di età compresa tra i 15 e i 29 anni che mette a disposizione risorse per attività di formazione, politiche attive di orientamento ed aiuto all’inserimento nel mondo del lavoro, e che tutte le regioni italiane sono chiamate a recepire.
In Toscana il progetto Garanzia Giovani, , attivo dall’aprile 2014 ha avuto circa 76 mila adesioni. Secondo i dati più recenti (luglio 2016) i giovani presi in carico dai Centri per l’impiego della Toscana sono stati finora oltre 46 mila, di questi 27 mila sono stati inseriti nel mercato del lavoro tramite tirocini, contratti di apprendistato e contratti a tempo determinato ed indeterminato. Per ciò che riguarda le province della Toscana del sud, le richieste dalla provincia di Arezzo sono state 6.267, 3.676 quelle dalla provincia di Grosseto, 4.778 da quella di Siena.
Si tratta di uno strumento valido anche se necessiterà di ulteriori migliorie per essere efficace su larga scala. Sarà inoltre necessario ulteriore tempo per comprendere se i percorsi individuali attivati troveranno una forma di stabilità lavorativa, infatti a due anni dall’avvio il percorso di inserimento ha trovato maggiore destinazione verso tirocini (12 mila) e contratti di apprendistato (6 mila) ed in misura minore verso forme di lavoro subordinato.