Articolo pubblicato sul numero di Agosto 2016 di #Siena

La recente Assemblea generale di Confindustria Toscana Sud si è incentrata sulle sfide future per la manifattura. In questo settore è importante che anche nel nostro territorio la digitalizzazione possa entrare a pieno titolo nell’agenda delle imprese. L’attenzione su questo aspetto è evidente nelle istituzioni: nel mese di luglio è stata presentata alla Camera dei Deputati la Relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva “La rivoluzione industriale 4.0 – Quale metodo applicare al tessuto industriale italiano” che individua i pilastri su cui fondare l’innovazione industriale per il nostro Paese.
Alcuni tratti innovativi caratterizzati da un forte potenziale di cambiamento rispetto al modo in cui le fabbriche funzionano oggi iniziano ad essere evidenti, malgrado siano ancora diffusi dubbi e perplessità tra chi si occupa di produzione..
Con Industria 4.0 si definisce la confluenza di tendenze e tecnologie che promette di ridisegnare il modo in cui le i manufatti vengono prodotti. Secondo studi consolidati, la prossima fase della digitalizzazione del settore manifatturiero sarà guidata da quattro grandi fattori innovativi: l’aumento dei volumi di dati a disposizione, della potenza di calcolo, e della connettività, in particolare grazie alle nuove reti; l’emergere di analisi e funzionalità di business intelligence per le imprese; la possibilità di nuove forme di interazione uomo-macchina come le interfacce touch screen ed i sistemi di realtà aumentata; ed i miglioramenti nel trasferimento di istruzioni digitali al mondo fisico nei processi di manifattura, come la robotica avanzata e la stampa 3-D.
La maggior parte di queste tecnologie digitali sono state presenti ed utilizzate da tempo, altre non sono ancora pronte per l’applicazione su larga scala, ma molte di queste sono giunte ad un livello di maturità tale da essere utilizzate per le applicazioni industriali, grazie alla maggiore affidabilità e alla riduzione dei costi
Tuttavia le aziende non sempre risultano consapevoli delle tecnologie emergenti, ed è dunque interessante capire dove si colloca il sistema produttivo del nostro territorio rispetto a questi processi. Un recente studio realizzato dall’Irpet in collaborazione con il Consorzio Universitario in ingegneria per la qualità e l’innovazione Quinn, recentemente presentato allo Smau di Firenze, restituisce un quadro dell’innovazione delle imprese nella nostra regione.
Le imprese che sta già utilizzando le nuove tecnologie nei processi produttivi presenti nella nostra regione sono 1163, l’81% di queste sono imprese toscane. La presenza di queste imprese è fortemente legata ai centri universitari, il settore ICT è quello maggiormente rappresentato assieme alla meccanica ed al settore delle Life sciences, settore che, pur avendo un numero inferiore di imprese, è quello rappresenta il 33,7% del fatturato dell’insieme analizzato. Lo studio conferma la tendenza regionale che vede l’innovazione manifatturiere concentrarsi sull’asse Firenze – Pisa, il 33% di queste imprese ha sede a Firenze, il 18% a Pisa, nella provincia di Siena l’8%, in quella di Arezzo il 7%.
La Toscana del Sud sembra dunque essere interessata in maniera molto ridotta rispetto ad una sfida che invece deve essere in grado cogliere. Mancano per esempio nel settore agroalimentare i segnali di innovazione nella coltivazione e nella trasformazione dei prodotti, che invece sono presenti in altri settori, e deve ancora essere pienamente sviluppato il trasferimento della conoscenza dalle università alle imprese presenti nel nostro territorio.