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Secondo i dati del Ministero per lo Sviluppo economico, nella nostra regione i comuni capoluogo di provincia sono coperti dalla rete a 30 mbps per la quasi totalità con qualche variazione: Livorno 94.33%; Prato 87.78%; Firenze 85.31%; Pisa 75.47%; Massa 66.6%; Siena 57.54%; Lucca 56.65%; Grosseto 52.32%; Calenzano 47.24%; Pistoia 46.14%; Arezzo 45.64%. Per ciò che riguarda la rete a 100 Mbps la situazione è decisamente diversa con pochi comuni già in buona posizione ed altri ben lontani dalla copertura: Prato 53,57; Sesto Fiorentino 31,21; Livorno 26,56; Campi Bisenzio 25,36; Siena 24,26; Calenzano 23,77; Poggio a Caiano 19,63; Pisa 18,54; Signa 14,39.

Solo il 5,2% dei 2080 comuni toscani risulta coperta dalla rete a 100 Mbps.

Alla fine dello scorso anno Enel e Cassa depositi hanno dato il via alla nuova società che ha acquisito l’intero capitale sociale di Metroweb Italia da F2i e da Fsi Investimenti, la società con il piano industriale aggiornato prevede un aumento degli investimenti fino 3,7 miliardi, novità rilevante in settore delicatissimo per l’innovazione e la crescita è in fermento in Italia.

Nel marzo 2016 è diventato legge il decreto legislativo “reti di comunicazione elettronica ad alta velocità” proprio per accelerare il percorso dell’Italia in ambito broadband attraverso l’abbattimento dei costi delle operazioni di posa, scavo o installazione, e la sburocratizzazione delle procedure a carico degli operatori di TLC.

Il rapporto sullo stato delle reti italiane, stilato come ogni anno da AgCom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ci dice che gli accessi complessivi alla rete fissa a banda larga superano le 15,4 milioni di unità in crescita sull’anno precedente. Diminuiscono leggermente le linee ADSL ed aumentano di gli accessi broadband che utilizzano altre tecnologie. In particolare le linee NGA (Next Generation Access), quelle con linee velocità superiore ai 10 Mbit sono in forte crescita ed hanno superato il tetto dei due milioni.

Passi avanti quanto mai necessari visto che l’Italia è ancora tra gli ultimi Paesi in Europa per copertura di banda larga fissa: solo il 44% delle abitazioni è raggiunta da una rete ad almeno 30 Mbps e siamo al 25esimo posto su 29 nella classifica che misura lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale in Europa (DESI). Un dato da non sottovalutare visto la stretta relazione tra i processi di trasformazione digitale la crescita economico – industriale, oltre che dei programmi di trasparenza della PA. Link

In questo senso il Piano nazionale Banda Larga e Progetto Strategico Banda Ultralarga, ha stabilito obiettivi giusti che vanno oltre la riduzione del digital divide all’interno del Paese e rispetto ad altri Paesi europei. Non si tratta solo di coprire le aree che ancora non hanno accesso, ma di offrire servizi avanzati ed aprire un vero mercato digitale nelle aree già sviluppate del Paese. Il piano italiano prevede infatti la copertura ad almeno 100 Mbps per il 85% della popolazione concentrandosi sui distretti di interesse economico con una forte presenza industriale, scuole e centri di formazione, sedi della PA, ed ospedali. Link

Garantire l’offerta non sarà però sufficiente senza uno stimolo della domanda di queste tecnologie. Qui entra in gioco l’investimento in formazione sulle competenze digitali, dei cittadini e nel settore privato come nella PA, e l’incentivo alla digitalizzazione delle imprese.

E’ proprio l’Agenda Digitale in Europa a notare come la diffusione delle nuove tecnologie l’Italia sia ben al di sotto media UE, per il numero di utenti internet (63%), per la percentuale della popolazione con competenze digitali di base. (43%), e per il numero di laureati in materie scientifiche e tecnologiche (STEM).

Per ciò che riguarda le imprese vi sono invece segnali positivi nell’adozione di soluzioni e-commerce che sta guadagnando importanza in termini di fatturato delle PMI, anche se la crescita della percentuale di PMI che vendono on-line (6,5%) ed all’estero (5,2%) sono piuttosto limitate. Inoltre Infine il Piano Industria 4.0 dovrebbe fare un balzo nell’adozione delle nuove tecnologie visto che l’Italia è la seconda potenza manifatturiera d’Europa.

Sta crescendo il fronte dell’impegno pubblico nell’utilizzo delle nuove tecnologie tramite l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID): nel 2016 sono state erogate oltre 130.000 identità digitali; il Sistema dei pagamenti elettronici della PA ha registrato quasi 600.000 transazioni effettuate ed è partita in 26 comuni pilota l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR).

Resta dunque la questione del rapporto tra domanda ed offerta, senza una domanda diffusa difficilmente decolleranno i servizi, e se è vero che come indica AGICOM la domanda privata è levata principalmente all’utilizzo dei social network dai sevizi di messaggistica, mentre stenta a decollare l’editoria digitale e le piattaforme video, la domanda non potrà che arrivare dall’innovazione di imprese e PA.